martedì 12 settembre 2017

Nannì!

Sei arrivata così in fretta che non ce ne siamo neppure accorti. Non mi riferisco solo al giorno della tua nascita, in generale direi che è un tuo connotato essere veloce e rapida, mia piccola principessa. Ti ho scoperto quando Edoardo aveva solo 15 mesi e sei stata una piacevole e inaspettata sorpresa. Ovviamente mi ha spiazzata, come tutte le mamme che scoprono che arriverà il bis.

Papà si trovava in Argentina, ricordo ancora il messaggio con la foto a due lineette ricevuto proprio nel bel mezzo di un meeting. Pagherei per poter tornare indietro nel tempo e vedere la sua faccia davanti a tutti i colleghi del cantiere. 

Eravamo pronti. Più o meno. Io a Genova con Edo e lui in Argentina. Certo un pò lontani ma pronti. L'idea di farvi crescere insieme c'è sempre stata.

E poi è arrivato il 13 settembre. Il giorno del nostro anniversario. "Che bello Chichi, stasera dove mi porti a cena fuori?" è no, niente cena al ristorante ma al Gaslini, e mica da soli...no, insieme a te che ci hai di nuovo anticipato e sorpreso. Sei nata alle 2:02 PM. Un regalo puntuale e originale che ha ovviamente declassato il nostro anniversario ad evento meno importante del tuo compleanno. La data di questo post è 13 settembre 2017 ma in realtà l'ho scritto qualche anno dopo, quando sono riuscita a fare qualcos'altro oltre che lavorare e occuparmi di voi due...é stato bello fare un breve ritorno al passato!



mercoledì 10 agosto 2016

Negrita

Quali siano siate le tue avventure prima di conoscerti non lo so, però so che insieme qualche avventura l'abbiamo vissuta. Mi sembra di vederti, mentre con il tuo splendente pelo nero raggiungi me e Edo al Maxikiosko attraversando senza ragionare la Ruta 5. Ammetto di aver pensato, e un pò di questo mi pento, "un'altra perrita de la calle che ci seguirà, mannaggia, speriamo che non venga da noi". E invece no, in un certo senso è come se ci avessi scelto, vero Negrita? hai capito subito che mi sarei affezionata di te e l'hai capito con quelle, prima cinque, poi dieci, fette di jamon che ti ho comprato. Mi sono fatta intenerire dalla ragazza del kiosko e del suo racconto che ti avevano abbandonato sulla ruta la sera prima di averti conosciuta. Ed è così che è iniziata la nostra avventura: un paio di giorni a cercarti tra la ruta per darti qualche crocchetta (quanto eri affamata cavoli), per poi trovarti nel complejo a scodinzolare per il prato e tra le case. Io che cercavo di studiare spagnolo e te che leccavi Edo mentre io abbassavo la guardia, lazzarona! lo stesso giorno ti ho fatto vedere dove vivevamo e da li non te ne sei più andata. Con te ho appurato che è vero quanto si dice a proposito dei cani che scelgono il proprio padrone. Tu mi ha scelta e io di questo sono davvero orgogliosa.

La nostra convivenza è stata decisamente in discesa. Tu ti accontenti davvero di poco Negrita e di quel poco sei talmente tanto riconoscente. Ti abbiamo messo nel locale caldaia perché non ci conoscevamo bene e con Edoardo sempre a gattoni per casa non sarebbe stato fattibile. A te sembrava un vero regno quel saccone che ti ha fatto Nora. Quante feste ci hai fatto quando te lo abbiamo messo. E che gioia per me: mi hai fatto sentire meno in colpa per averti assegnato quella location. 

In poco tempo ti sei fatta volere bene da tutti gli abitanti e lavoratori della Valle del Sol "que bonita perrita, muy amable!" e siamo riusciti a tenerti con noi. Quando è arrivata la nonna Illi, ti abbiamo portato a spasso con noi e anche se non ci sei abituata sei stata bravissima con il collare e con il guinzaglio. Se ci penso...ti ho fatta stancare un mucchio ma ancora non sapevo che a passeggiare eravamo molti di più di me, te, edo e la nonna.


In effetti Richi ti aveva visto un bel pò ingrassata ma dava la colpa ai nostri vicini, agli asadores del finde. Ti aveva perfino messa a dieta, povera! quella panzona però non era per l'asado. quando ti hanno abbandonata sapevano già che aspettavi dei cucciolini. 

...e a forza di crescere quella panzona è esplosa martedì 3 agosto. 
Stavo preparando la pappa a Edo e ho sentito come un miagolio. Ho pensato: "un gatto in argentina? che raro!" e in effetti non era affatto un gatto ma un esserino in miniatura tutto peloso davanti alla tua cuccia. Da quel momento è stato un susseguirsi di istanti incredibilmente emozionanti. Realizzato quanto stava accadendo, ho sistemato Edo, che poverino aspettava la sua pappa, nel cochechito (perché ormai nel seggiolone non ci può più stare visto che il matto ci si alza da li).

Due istanti di panico per poi reagire e starti vicina mentre a distanza di dieci/quindici minuti facevi nascere un cucciolo dopo l'altro. Quanto è perfetta la natura. Io non so se Negrita tu abbia avuto dei cuccioli prima, ma sapevi esattamente cosa fare: esce il cucciolino tutto fasciato da una membrana, lo lecchi per bene e ti mangi la membrana per liberarlo e fargli fare il primo respiro; espulsa la placenta, ti mangi la placenta (ammetto che questa fase un pò l'ho accusata); mordi il cordone ombelicale e liberi il tuo cucciolino da te, con sicurezza e deterinazione; pulisci tutto il cucciolino con tante leccatine, dandogli il benvenuto al mondo.
E tutto questo per otto volte senza perdere un colpo mentre io ti guardavo ammirata, con molto stupore e con la faccia da babbea. E pensare che mi sono anche presa il merito dicendo che ti avevo aiutata a fare i cucciolini. Se penso al mio di parto...ci sono voluti per far nascere Edo sei anestesie, due ginecologi e tre ostetriche, più il supporto morale di Richi .



Dopo questa esperienza sento di volerti ancora più bene. Sarà che siamo entrambe mamme. Sarà che Edo riceve ancora il mio latte così come i tuoi cucciolini e sarà che entrambi hanno così tanto bisogno di noi e dipendono da noi. Quanto mi insegni ogni giorno Negrita.
Purtroppo non potremo stare ancora per molto uniti come siamo stati finora. il pensiero di separarmi da te e separare te dai tuoi cuccioli mi da un dolore immenso però so che con la persona a cui ti lascerò starai benissimo. Si prenderà cura di te e dei tuoi cucciolini e prometto che prima di tornare in Italia avrò trovato una famiglia a ciascuno.