venerdì 16 luglio 2010

Communities al servizio di mktg e pr

L’Italia, per lo meno quella connessa, si incontra nelle community che si formano su Internet. Lo sostiene lo scrittore Giuseppe Granieri nei suoi libri “La Società Digitale” e “L’Umanità accresciuta”, dimostrando come gli italiani superino tedeschi, francesi e inglesi nell’utilizzo delle piattaforme di aggregazione sociale. Sebbene infatti nella penisola si registrino scarsi investimenti per la banda larga e l’indice di alfabetizzazione digitale sia ancora basso, circa il 24% degli internauti trascorre oltre due ore alla settimana nelle communities virtuali, rispetto al 19% di inglesi, al 17% dei francesi e al 15% dei tedeschi.

Secondo il blogger di professione, Giuseppe Guarnieri, le generazioni nate a partire nella seconda metà del XX secolo sono emigrati da una cultura all’altra: l’avvento di Internet e le reti hanno trasformato il modo in cui ci si percepisce in quanto esseri umani e stanno ridisegnando la vita sociale, affettiva ed emozionale.

Anche la sfera commerciale delle aziende è mutata con la rivoluzione Internet: le comunità che si sono create online sono diventati nuovi terreni per il marketing, la comunicazione e le pubbliche relazioni.

Prendiamo per esempio il settore marketing: online non c’è bisogno di segmentare il mercato per indirizzare le strategie commerciali ad un target di riferimento perché quest’ultimo è già ampliamente suddiviso nelle varie comunità a seconda del tema trattato. Prima di intraprendere una costosa campagna pubblicitaria, l’ufficio marketing può sondare le communities per capire se il prodotto potrà essere un successo o meno. Stessa cosa potrà fare l’ufficio pubbliche relazioni per giudicare e analizzare il passaparola virtuale.

A far questo ci hanno già pensato brand come Lego, Starbucks o Nike, che sfruttano la loro popolarità sul web per coinvolgere/ studiare i propri utenti/consumatori attraverso la realizzazione di “brand communities”, comunità costruite attorno alla promozione di un marchio. Se Lego da la possibilità ai suoi utenti di disegnare nuovi prodotti, Nike propone di personalizzare le scarpe, confermando sempre più quel termine ormai consolidato in questa generazione di emigranti culturali che è il “prosumer”.


Scritto per: americomunicazione.it

mercoledì 7 luglio 2010

Il viaggio dell’ultimo minuto

Il 20% degli italiani che viaggia, ha scelto di affidarsi alla vacanza low cost. Le testimonianze sui social network dei viaggiatori non smentiscono convenienza e gradevoli risultati. Ecco utili consigli e suggerimenti per scegliere la vostra vacanza last minute.

Avete deciso il periodo, il giorno di partenza e di rientro ma non avete ancora prenotato il viaggio. Non avete trovato il tempo da dedicare ad un’accurata scelta della meta giusta, indecisi se mare, montagna, città d’arte, vacanza sportiva o vacanza relax. Se questi sono alcuni dei motivi per cui non avete ancora organizzato le vostre ferie, sappiate che potrebbe essere l’occasione giusta per affidarsi ad una vacanza last minute. E non sarete i soli perché circa il 20 per cento dei viaggiatori italiani affida il proprio viaggio estivo ai motori di ricerca last minute e last second.

La convenienza è assicurata e se si presta un po’ di attenzione, potreste assicurarvi una vacanza niente male, senza trascurare nessun confort. Ecco qualche suggerimento. Occorre innanzitutto essere molto elastici: non avere nessuna meta di viaggio stabilita ma affidarsi totalmente alle offerte presenti online e soprattutto non avere fretta di acquistare il vostro viaggio in anticipo; non a caso si chiamano viaggi dell’ultimo minuto! Prerogativa fondamentale del viaggio low cost è…..essere pronti a partire da un giorno all’altro.

Su Internet ci sono molti motori di ricerca per viaggi, convenzionati con tour operator, agenzie di viaggio, compagnie aeree e navali. I più famosi e affidabili sono E-dreams, Expedia, Lastminute e Opodo nei quali vi consigliamo di consultare le offerte presenti sulle relative homepage. Un altro metodo potrebbe essere quello di digitare su Google la meta ipotizzata per il vostro viaggio, accompagnata dalla sigla “low cost” o “last minute”. Sarà google a selezionarvi i motori di ricerca di viaggi scontato. Stesso procedimento per i voli. In quel caso però, una volta acquistato, sarà vostro compito organizzarvi l’alloggio e i vari trasferimenti. In questo caso potranno esservi di aiuto siti come Booking o Tripadvisor.
Se la vacanza “fai da te” rientra nei vostri piani, tenete a mente questi consigli: portate con voi tutti i documenti della trattativa e la corrispondenza con chi vi ha venduto il pacchetto. Nel caso al vostro arrivo non trovaste quanto concordato, questo è il numero a cui potete rivolgervi: 06-44238090. Si tratta dell’European Consumer Centre Italy. Sperando non vi debba servire, buona vacanza last minute.

lunedì 5 luglio 2010

Dal basilico al pesto. I consigli della nonna Maria per portare in tavola il pesto “coltivato e preparato” in casa.

Digitando la parola “pesto” sui motori di ricerca è facilissimo trovare ricette e suggerimenti per preparare il vero pesto, ma quello della genovesissima nonna Maria, novantaquattro anni, è davvero unico. Il segreto? Il basilico coltivato nel giardino di casa o sul terrazzo.

Un po’ di nozioni prima di cominciare.
La pianta dall’aroma inconfondibile del basilico appartiene al genere Ocimum ed alla famiglia delle Labiatae ed è originaria dell’Asia Tropicale. Il suo nome deriva dal greco òkimon = basilico e basileus = re che significa pianta regale, proprio per il suo sapore. Il basilico è arrivato a Genova durante il periodo delle Repubbliche Marinare e siccome Venezia aveva il monopolio della spezie, al Porto di Genova toccavano le erbe aromatiche. Questo è il motivo per cui nelle ricette liguri e genovesi vi è una costante presenza di erbette aromatiche come la maggiorana, il timo e ovviamente il “baxeicò”. A quanto pare proprio la coltivazione di quest’ultimo si prestava molto bene grazie al clima mite e umido della città e delle sue riviere, fattore che ha contribuito alla diffusione della pianta in tutta la liguria. E dal basilico è nato il pesto.

La sua ricetta risale al primo trentennio dell'Ottocento, quando Giovanni Battista Ratto, raffinato gourmet, ne cita la ricetta nel suo libro "La cuciniera genovese”. Il pesto era già diventato il piatto tipico dei genovesi.

Abbiamo chiesto ad un’esperta genovese come prepararlo e abbiamo scoperto che il vero trucco sta nella coltivazione della pianta. La procedura è molto semplice: occorre un vaso, possibilmente rettangolare e non troppo profondo, della terra, un po’ di nylon e ovviamente semi di basilico e acqua. Primo segreto riferito dalla nonna Maria è quello di porre i semi in superficie e ricoprirli con un dito, due di terra. Bagnare la terra e aspettare. Il secondo trucco sta nel ricoprire le piantine appena nate con del nylon per mantenere un buon livello di umidità, necessario alle piante.
Bagnare una volta ogni due o tre giorni in modo che le radici crescano, raggiungendo l’acqua nel fondo del vaso. Raccogliere il basilico quando presenta foglioline non più grandi 2/3 cm.

…e dal basilico, il pesto è presto fatto.
Occorrente per la preparazione della salsa:
- formaggio grana
- basilico lavato e asciuttissimo, prerogativa fondamentale per ottenere un pesto verde chiaro
- olio di oliva
- pinoli
- aglio
- sale

La ricetta: mettere tutti gli ingredienti nel frullino e tritarli finché non diventano una crema. La tradizione vuole che tutti gli ingredienti vengano sminuzzati finemente a colpi di pestello nel mortaio che ha il vantaggio di non scaldare l’aglio rendendolo quindi meno piccante rispetto al frullino elettrico. Anche la nonna Maria però si è aggiornata e nella sua cucina vicino al vecchio mortaio coesiste l’elettrico frullino. Un ultimo trucco, per conservare al meglio il pesto, metterlo in un vasetto ermetico e coprirlo di olio in modo che non ossidi.

pubblicato su http://www.altraeta.it/rubrica_single.php?id=230