mercoledì 19 maggio 2010

La cultura italiana perde un grande poeta, Edoardo Sanguineti

Non solo poeta: scrittore, intellettuale e professore. Ma anche giornalista, parlamentare e uomo politico. Edoardo Sanguineti si è spento ieri a Genova lasciando un enorme vuoto nella cultura italiana. Sono in tanti a ricordare le sue lezioni all’università su Dante, Boccaccio, Verdi o Moravia, e in politica con i suoi discorsi in pubblico tendenti sempre in una sinistra nella quale credeva. Edoardo Sanguineti era uno di quei personaggi che la politica l’affrontava insieme ai cittadini, vicino ai genovesi: la città sentirà la sua mancanza. Begato in particolare, la zona residenziale che non ha mai lasciato fin dagli anni 70, quando i palazzoni sono stati costruiti insieme alla “diga”. Avrebbe potuto lui trasferirsi nella Genova bene, che però non era quella degli operai, della gente comune. Non solo Genova, ma tutta Italia rimpiange un grande personaggio che ha saputo tener viva la cultura nel nostro paese, raccontandola ai giovani e ai compagni. Io ho avuto la fortuna di conoscerlo in occasione di una lezione sulla guerra. Peccato fossi molto piccola per poter cogliere e apprezzare il grande intellettuale che avevo davanti: ero alle elementari, alla scuola statale di Genova chiamata “Villa Sanguineti”.

Una delle sue poesie più belle, a mio giudizio

Siamo tutti politici (e animali)
Siamo tutti politici (e animali):
premesso questo, posso dirti che
odio i politici odiosi: (e ti risparmio anche soltanto un parco abbozzo di
[catalogo
esemplificativo e ragionato): (puoi sceglierti da te cognomi e nomi, e sparare
nel mucchio): (e sceglierti i perché, caso per caso)
ma, per semplificare,
ti aggiungo che, se è vero che, per me (come dico e ridico) è politica tutto,
a questo mondo, non è poi tutto, invece, la politica: (e questo mi definisce,
sempre per me, i politici odiosi, e il mio perché:
amo, così, quella grande
[politica
che è viva nei gesti della vita quotidiana, nelle parole quotidiane (come ciao,
pane, fica, grazie mille): (come quelle che ti trovi graffite dentro i cessi,
spraiate sopra i muri, tra uno slogan e un altro, abbasso, viva):
(e poi,
lo so che non si dice, ma, alla fine, mi sono odiosi e uomini e animali):