lunedì 18 aprile 2011

“Dalla cravatta ai massimi sistemi” Giordano Bruno Guerri sul palco dell’Archivolto

Claudio Lolli e Francesco Guccini, D’Annunzio, storia italiana e il suo rapporto con la Chiesa…le parole in libertà del dirigente del Vittoriale


La quinta serata della quinta edizione di Lunedì FEG inizia sulle note di “Yesterday” dei Beatles. Perché è anche di ieri ciò c di cui si occupa uno storico come Giordano Bruno Guerri, ospite sul palco del ciclo di eventi della Fondazione Edoardo Garrone. Beatles, Rolling Stone, Guccini e Claudio Lolli perché il lunedì Feg sono gli ospiti con le loro passioni letterarie, cinematografiche e musicali che intrecciano il percorso della storia di ognuno di loro. E di passioni Giordano Bruno Guerri ne ha molte. Una fra tutte Gabriele D’Annunzio.

Attuale dirigente del Vittoriale, l’editore, racconta al pubblico la sua esperienza manageriale volta alla salvaguardia dell’immagine di uno degli scrittori più discussi della nostra letteratura, curandone l’immenso archivio culturale lasciato in eredità all’Italia. Inevitabile non parlare di fascismo quando si tocca Gabriele D’Annunzio ma, tiene a precisare Giordano Bruno Guerri che, “quello che oggi è considerato il San Pietro dei fascisti non aderì mai al movimento. D’annunzio insegnò a Mussolini che lo stato poteva essere sfidato e vinto, e lo prese alla lettera”.

Dal passato alla contemporaneità italiana passando dalla cravatta. È si perché Giovanna Zucconi fa notare che per la prima volta al lunedì feg un ospite si è presentato in cravatta. Rossa come le calze. Ma non è il colore a introdurre un discorso di politica e massimi sistemi ma la tendenza e la controtendenza: “giocare con la cravatta per giocare con la libertà di poter cambiare e andare un po’ in controtendenza (Marchionne e il “politico simpatico” non portano la cravatta)”. Una maniera sottile di introdurre un tema come la democrazia, i confini della libertà oggi che per Giordano Bruno Guerri si riassumono nei discussi temi della bioetica, della fecondazione assistita e della ricerca sulle cellule staminali.

Argomenti che portano in campo un altro tema assai caro allo storico, il rapporto Stato-Chiesa al quale ha dedicato ben quattro libri che gli sono costate due scomuniche, “moderne” come tende a precisare “ma pur sempre scomuniche”. “Gli italiani sotto la chiesa da San Pietro a Mussolini” è uno di questi. Un’esperienza durata diversi anni in giro per i confessionali delle chiese a fingere confessioni per raccogliere i messaggi dei preti, perché secondo lo storico, “il vero messaggio che il clero da è attraverso i confessionali”. Punta il dito contro uno Stato che ancora oggi da troppo spazio alla chiesa specie nell’ambito educativo. “Sta per essere pubblicato il proseguo “gli italiani sotto la chiesa da San Pietro a Berlusconi”, ironizza Giordano Bruno Guerri introducendo un “immancabile” del palco del Lunedì Feg, il Presidente del Consiglio al quale viene dedicata l’ultima canzone del repertorio scelto di Giordano Bruno Guerri “Goodbay Ruby tuesday”

domenica 17 aprile 2011

"Scotch" che tiene unita l'Italia. Daniele Silvestri presenta il suo nuovo album alla Fnac

Scotch: i testi delle canzoni, l'interpretazione live insieme all'inseparabile band, la partecipazione di artisti come Gino Paoli, Niccolò Fabi e Diego Mancino. Ritorna il cantautore romano con un album ricco di sentimenti, passione e un pizzico di ironia presentato ieri ai suoi fedelissimi genovesi. Ad attenderlo fuori dalla Fnac alle diciassette c'era già la coda di fan, impazienti di partecipare alla presentazione di "Scotch", il nuovo album di Daniele Silvestri. Un'ora di anticipo per garantirsi uno dei primi posti nella piccola saletta degli eventi del centro commerciale di via venti settembre. Il cantante romano è arrivato alle diciotto: capello corto, camicia rosa e bretelle rosse. Spazio ai giornalisti e poi al suo pubblico genovese armato di Compact Disk che attende di essere autografato. Si parla dell'album nuovo "scotch" e si finisce per parlare di attualità. E' sì perché come racconta Daniele Silvestri, "lo scotch tiene unita un'l'Italia aggiustata alla bell'e meglio". L'instabilità, la precarietà e l'insicurezza dei giovani italiani sono descritti nei testi di canzoni come "Le navi", in cui il futuro del paese si interroga se è meglio partire o rimanere. Temi che ritornano con "Precario è il mondo", presentato durante l'ultima puntato di "Vieni via con me" di Fabio Fazio e Roberto Saviano, "Questo paese" che chiude l'album, o "Ma che discorsi". Strumenti improvvisati nella sala della Fnac in cui una sedia sostitusce una batteria e le casse disturbano il suono con improvvisi boati, ma l'interpretazione di Daniele Silvestri e i musicisti che l'accompagnano è strepitosa e lo si intuisce dal gradimento del pubblico ammassato dentro ad una sala troppo stretta. "L'appello" in cui Salvatore Borsellino s'interroga sulla sparizione del fratello magistrato emoziona il pubblico presente mentre diverte la più allegra "Fifa fifty". "Tutte le canzoni proposte nell'album" racconta il cantautore "sono state registrate in presa diretta e in ognuna ci sono i sentimenti, c'è l'attualità ma anche l'ironia, il coraggio e la resa". Daniele Silvestri descrive le collaborazioni che sono tante in "Scotch": da Gino Paoli che interviene nella reinterpretazione di Daniele Silvestri con "La chatta" in cui mantiene la musica ma ne stravolge il testo, all'amico Niccolò Fabi che nel testo "Sornione" fa emergere tutta la sensibilità di questo particolare momento della vita. Torna la politica nelle reintepretazione di "Io non mi sento italiano" con cui Daniele Silvestri ripropone lo stesso interrogativo che si poneva qualche anno fa Giorgio Gaber: "ci sono ancora motivi per sentirsi orgogliosi di essere italiani" e non è un caso che venga proposto in occasione del 150° dell'Unità. La presentazione alla Fnac di Scotch si conclude con le domande del pubblico impaziente di poter scambiare due parole private con il cantautore con il tanto atteso momento dell'autografo sul cd. Nuovo appuntamento con Daniele Silvestri, questa volta sul palco, previsto con la data genovese del tour "Scotch" a luglio.

La politica in una "Bolla", Curzio Maltese si racconta a "Lunedì FEG"

Un bambino cresciuto nella Sesto San Giovanni operaia degli anni settanta in compagnia delle pagine di "Sulla Strada" di Jack Kerouac e della letteratura di Franz Kafka che solo quarantenne riscopre la letteratura infantile di Mark Twain. Si racconta Curzio Maltese al Teatro Modena, sull'intrecciarsi delle domande di Giovanna Zucconi, da sempre presente sul palco di "Lunedì FEG". Uno spirito vagabondo con una grande passione per il giornalismo è il profilo di Curzio Maltese: "scrivere per redazioni come La Stampa o il Corriere della Sera mi hanno dato modo di fare il vagabondo, pagato". Gli insegnamenti e i consigli di grandi maestri come Giorgio Bocca, Indro Montanelli, Sergio Saviane a Milano e gli amici acquisiti come Roberto Benigni, Nicola Piovani e Vincenzo Cerami che gli hanno tenuto compagnia nella città di adozione, Roma.

Una vita all'insegna dello sport, come cronista in "Giro d'Italia" che gli ha permesso di ammmirare ogni angolo del belpaese ai sessanta allora; una vita di cultura letteraria, politica, economica con l'esperienza nelle varie redazione italiane. Una "vita affascinante" la definisce Giovanni Zucconi che guida la chiacchierata sul palco illuminato da cubi colorati. Come vuole la tradizione del ciclo di incontri organizzati dalla Fondazione Garrone, il lunedì sul palcoscenico del Teatro Modena bisognerebbe parlare di libri e letteratura ma con Curzio Maltese oltre agli scrittori russi, tra i preferiti del giornalista di Repubblica, ci si sofferma a raccontare l'Italia, quella di ieri e di oggi, vista con gli occhi di chi l'ha raccontata e la racconta. E se da Dostowjesky si passa a improvvisare scene de "Il Padrino", anche in tema di politica si spazia da Massimo D'Alema a Silvio Berlusconi, da Bettno Craxi a Marcello Dell'Utri e Cesare Previti proprio come nel libro "La Bolla", pubblicato nel 2009 da Feltrinelli. Il pubblico è attento mentre il giornalista si sofferma a descrivere gli incontri che si tengono in Parlamento, dove accusa "non si discutono temi attuali come l'energia, il nucleare, le rivolte del Mediterraneo che i grandi cambiamenti del mondo ci impongono ma si affrontano questioni leggere come l'età della maturità a sedici anni invece che a diciotto per citarne una". Tra un argomento allarmante e l'altro c'è spazio anche per sdrammatizzare sui protagonisti del Parlamento come Bondi, che fa tenerezza al giornalista, Gasparri che veniva deriso quando chiamava in redazione e Dell'Utri e Previti che "facevano paura" al giornalista di repubblica con frasi come "Maltese, noi leggiamo tutti i suoi articoli" che fanno ridere il pubblico in sala. S'interroga Curzio Maltese su come questi personaggi siano potuti finire a governare il paese. La serata si conclude con la parola "risveglio": "Emerge la necessità di un cambiamento che è nell'aria, proprio come lo era a Il Cairo qualche anno fa. La gente stanca e rassegnata di Mubarak proprio come gli italiani sono stanchi e rassegnati da questa politica del Bunga Bunga. Il sistema politico e finanziario italiano vive in una bolla che sta per scoppiare, e scoppierà". E conlude: "si respira nell'aria la voglia di cambiamento e le manifestazione studentesche del 2009 contro la riforma Gelmini sono solo l'inizio di questa frattura che finirà con un risveglio dell'Italia"