sabato 18 ottobre 2014

Pura vida!

non è solo un modo di dire, pura vida è un modo di essere in Costa Rica. In due parole si concentra l'essenza di questo paese del centro america, l'unico al mondo senza esercito, che ama e rispetta natura e animali e che il razzismo non sa cosa sia.
Alla classica domanda di ritorno da un viaggio "cosa ti è piaciuto di più?", della Costa Rica direi indubbiamente: la natura selvaggia, gli animali e il "gallo pinto". Purtroppo come la maggior parte delle volte viaggiando come turista si ha poco tempo per conoscere realmente un paese, e questa volta non è stato differente, però i giorni trascorsi tra la costa caraibica e il centro-nord del paese sono stati davvero intensi. 
Passare il confine da Panama di per se è già stata un'avventura. Il pulman ci ha lasciato sulla sponda panamese del rio Sixaola, che in un certo senso traccia il confine con la Costa Rica e per raggiungere la città che prende il nome dal fiume, abbiamo dovuto attraverare un ponte di un ex ferrovia. Mi sembrava di essere in un frame di "Stand by me". Noi due, gli zainoni e un caldo allucinante attenti a non finire su un pergolato traballante. Però poi il timbro sul passaporto. Un nuovo viaggio. Nuove emozione. Adoro i timbri sul passaporto! :-) Inizia così la nostra seconda parte di viaggio in Costa Rica. Prima tappa dopo Sixaola, Puerto Viejo de Telamanca. Nome più azzeccato non potevano assegnarlo a questa cittadina caraibica dove regna sovrano il relax. Tanti i locali, i ristoranti e i negozietti turistici però l'atmosfera che si percepisce è quella di un vecchio porto di mare di piccole artigianali barche e canoe di legno da pesca  e non una cittadina turistica come viene descritta. Sarà che il periodo non è di alta stagione. Molto meglio così.

Playa Negra, i golden orb, bicicletta, reef divers,  sono le quattro parole chiave dei tre giorni trascorsi a Puerto Viejo dove ci siamo divertiti un sacco! un giorno lo abbiamo trascorso a pedalare dal nostro resort il Banana Azul, un piccolo angolo di paradiso, fino a Punta Uva. Un paio di tappe nelle spaggie più belle con le inseparabili maschere, un surfing-test di Richi a Playa negra e un pranzetto  in compagnia di due golden orb giganti che non riuscivo a smettere di fotografare. Speravo catturassero una piccola preda per vederli all'opera. ok, mi sarebbe dispiaciuto per la piccola preda però mi sarebbe piaciuto vederli in azione.

Non ci siamo fatti scappare anche un'immersione a Punta Uva con i Reef runners diving, Giacomino un bresciano e una new jorkese, Jessica. Abbiamo visto tantissimi pesci e stabilito il nostro record di durata sott'acqua con 55 minuti di bombole! Viste innumerevoli aragoste, pesce leone, pesce palla e moltissimi pescetti coloratissimi.

Lasciato Puerto Viejo ci siamo diretti con il bus nel Tortuguero National Park. Sapevamo che ci sarebbero aspettati due giorni a contatto con la natura e gli animali ma che sarebbe stato così emozionante forse no. Mi soffermerò su quella che probabilmente per noi è stata una delle esperienze più belle fatte durante il viaggio e possiamo ringraziare le tartarughe marine. Già perchè passeggiare alle 2:00 di notte nella baia del tortuguero e osservarle mentre deponevano le uova è stata un'emozione grandissima.

La prima tartaruga marina che abbiamo incontrato aveva appena finito il suo lavoro e stava ritornando verso il mare. Appena l'ho vista ho provato un senso di dolcezza e affetto indescrivibile. Che spettacolo. L'altra invece era completamente interrata nella spiaggia, intenta a deporre tra le cento e le duecento uova. Tantissime già, come però tantissime sono quelle che vengono mangiate dai predatori quando sono ancora interrate sulla sabbia, o quando si schiudono; così come sono tante le tartarughine che diventano preda di uccelli e di pesci lungo il   loro percorso.  Il mattino dopo all'alba siamo ritornati sulla baia per osservare la schiusa delle uova. è incredibile come il tutto avvenga nella maniera più naturale, senza l'interento dell'uomo. Da un buchino sulla spiaggia, sono uscite un centinaio di tartarughine. Piccole e indifese. A guidarle solo l'istinto, già perchè una volta sbucate dalla spiaggia, accecate dalla luce, il primo gesto è quello di puntare il mare. il resto è un lampo perchè le tartarughine corrono velocissime verso l'acqua. non rimane che augurarle un "good luck" sperando che almeno una di loro diventi una bellissima tartaruga marina che prima o poi farà ritorno alla baia del tortuguero, per dare inizio ad un nuovo ciclo.

...to be continued!