giovedì 9 giugno 2016

Condividere l'amore per il proprio bambino non è mai banale

Da otto mesi a questa parte ho avuto innumerevoli occasioni per aprire il blog e scrivere di Edoardo ma fino ad ora non l'ho fatto. La fissazione di cadere nel banale circa il quanto amore si provi per un figlio mi hanno in un certo senso bloccata. Complice facebook e tutti i social simili che spesso annoiano con ripetuti identici post con foto di bimbi e commenti di mamme innamorate. 

Stasera però l'illuminazione: una mamma che esprime e condivide l'amore per il proprio bambino non è mai banale, anche se lo fa tramite facebook pubblicando con orgoglio la foto del suo amore. Io oggi l'ho fatto! non ho resistito alla bellezza del mio "puzzolino" che ho orgogliosamente condiviso su istagram. 

Sono caduta così anch'io in quella che credevo essere la banalizzazione dell'amore della mamma nel proprio bimbo. Con un pizzico di risentimento ammetto che ho provato anche piacere nel riscontrarne successo. Sfatato quindi questo mito, adesso non ho più scuse e posso condividere a parole quello che sto provando nei confronti della mia "meravigliosa creatura", Edoardo. 

L'amore ha mille sfumature, centinaia di espressioni diverse: l'amore che si prova per un genitore, per un fratello, per il compagno di vita...ma quella che si prova per il proprio bebè è unica. Ecco che cado nel banale, nello scontato, lo so, ma è davvero così: è unico! nel sorriso che Edoardo mi rivolge si concentra un mix di emozioni talmente forti che capisci davvero cosa vuol dire voler bene, quello senza limiti. Quando con la sua manina tocca la mia mentre lo allatto, sfiorandola quasi a volerla esplorare e analizzare; quando mi guarda con a sua espressione seria, che sembra comunicare quanto più di vero ci sia; quando gioca con il suo papà al "cucù, dede" ridendo di gusto con la sua simpatica e contagiosa risata; quando è tutto un da-da-da, ma-ma-ma, pa-pa-pa, che le prime volte a sentirle ti tolgono il fiato; quando gattona, poi si solleva in piedi barcollando per poi cadere con il culetto; quando mi cerca con il suo visino spaesato; quando fa il matto perchè non vuole farsi cambiare pannolino; quando cade dal letto, piangendo disperato e anche se stai tremando come una figlia dalla paura devi consolarlo e stringerlo forte forte per rassicurarlo. tutto questo è una forma di amore folle, estrema fatta di quotidianità.

Credo e sono convinta nel scriverlo, che non ci sia amore più grande e non mi voglio sentire banale nel farlo, anche se come me e prima di me, e magari nello stesso mio istante, lo ha scritto e lo sta scrivendo esattamente come me un'altra mamma.