mercoledì 3 agosto 2016

...dell'argentina e degli argentini

Molte volte prima di partire, ormai quasi sette mesi fa, mi sono domandata come sarebbe stato vivere in un mondo così lontano. Molte le preoccupazioni specie perché non eravamo più solo io e Richi a spostarci ma con noi il nostro Edo, di soli quattro mesi e mezzo. Ora, che manca ormai solo un mese al mio ritorno a casa, farei carte false per rimanere ancora qui.

Superati i primi due mesi in cui ho dovuto:
Capire che non si parla castellano aggiungendo una "s" a tutte le parole italiane e confrontarmi quindi con uno spagnolo basico di cui conoscevo circa dieci parole, imparate grazie ad un esame dato nel triennio universitario, durante i quale sono stata anche bocciata alla prova scritta;
Fare i conti con un bebè, come lo chiamano tutti qui, 24h/24h senza nonne, zie, amiche che ti aiutano e tuo marito, il papà, al lavoro dalle 7:30 alle 19:00;
Vivere in un complesso turistico, fornito di qualsiasi confort e svago, ma a 4 km dal centro, ovviamente senza una macchina a disposizione per comprare i generi di prima necessità;
Ritrovarsi catapultata dai 5/10° genovesi ai 30/35° cordobesi;
Capire che mi trovavo nella Sierra e che nella Sierra ci sono i ragni. Grandi, piccoli, medi, innocui o pericolosi ragni. Ho dovuto imparare a convivere anche con loro.
E infine ma non da poco, imparare a farmi il bidet! Che curioso: prima di capire bene come funzionasse mi sono lavata la faccia almeno dieci volte. Si ho scritto bene la faccia perché il bidet argentino, oltre alle normali fuoriuscite di acqua ne ha una terza che va diretta a segno e se non ti posizioni bene, finisce che invece del fondo-schiena, ti lavi la faccia. Provare per credere.

Bene, superate queste semplici difficoltà, la peggiore ovviamente quella di convivere con i ragni (i primi giorni non ci dormivo di notte perché me li vedevo ovunque, perfino sotto le coperte), è stato tutto in discesa. Ed è iniziato l'autunno. Ebbene si, il secondo autunno. Fortuna che qui nella sierra l'autunno ha prevalentemente giornate di sole.

Superati i primi due mesi di rodaggio, utili a imparare come spostarsi con Edo e tutta la sua attrezzatura, senza 500 e senza Panda, consolidato lo svezzamento in stile argentino, finalmente ho iniziato a prendere il meglio di questa splendida sierra.







Se dovessi descriverla in tre parole direi: VERDE, SCONFINATA, PURA. Già perché qui a fare da padrone è la natura. Dalla mia finestra regna il verde della sierra piccola da una parte e della sierra grande dall'altra. Ogni tanto si sente qualche mucchina, e si vede passare qualche gaucho a cavallo ma soprattutto di vedono una infinità di volatili (non scrivo uccelli se no so già che scateno l'ilarità becera). Il mio preferito è quello giallo con i pois che si chiama Carpintero-Real Común insieme al picchio, el chincheros, simpaticissimo perchè mi ricorda tanto il cartone. Dalla nostra finestra poi si vedono sempre "quelli con la coda lunga" che è sicuramente più semplice che chiamarli Bandurrita Patagónica che insieme a quello nero con il becco giallo, el pepiteros, vengono sempre a magiare il pane che lasciamo dalla finestra. Ma i più casinisti in termini di cinguettio sono le insuperabili loras, (pappagalli) che sono ovunque e come dicono qui "charlan como las mujeres". 
Poi ogni tanto ti viene anche a bussare beccando su vetro della finestra un falco, così, come se niente fosse; è successo una mattina: al risveglio sento dei colpi alla finestra ed era un falco che cercava di prendere una pagnotta appoggiata di fronte al vetro. I falchi volano quasi sempre in coppia mentre l'aquila, bellissima, sorvola maestosa davanti alla finestra. e questo è solo quello che si vede al mattino al risveglio.

...to be continued!