domenica 5 settembre 2010

Contraddizioni cinesi


Oggi inizia la mia terza settimana cinese a Sanmen, nella Provincia dello Zhèjiang che si trova a sud di Shanghai nella frastagliata costiera nel centro est, ed è giunta l’ora di condividere nel mio blog tutte le curiosità di questo viaggio giunto a metà.

Le prime impressioni di quello che per me era lo sconosciuto Oriente iniziano con la sfrenata e occidentalizzata Shanghai da dove è iniziato il mio viaggio. Come tutte le metropoli della Cina il numero dei residenti è davvero esorbitante per una abituata ai canoni italiani: Roma, la capitale, risulta essere la città più popolata della penisola con 2,8 milioni di abitanti.

A shanghai vivono 15 milioni di persone. Il primo impatto una volta uscita dall’aeroporto è stato proprio scontrarsi con la miriade di gente che va e che viene, che corre, che urla parlando al telefono, che mangia, bambini in braccio a mamme e nonne e colori, tanti colori. E mentre io mi perdevo nel trambusto con fare incuriosito, Richi, ormai abituato alla frenesia made in Cina, pensava a fare il biglietto della metropolitana, pratica che da noi non prevede particolari complicazioni ma che qui in Cina può tramutarsi in una vera e propria impresa.

Rispettare il proprio turno in fila è infatti un vero optional da queste parti ed è assolutamente normale essere superati. Quando poi finalmente arriva il proprio turno, e ci si ritrova davanti allo schermo del distributore dei biglietti, è assolutamente normale che un cinese, con totale disinvoltura, infili i soldi nella macchinetta soffiandovi il posto e facendovi sentire un totale fesso. All’inizio episodi come questi risultano davvero insopportabili, caratterizzati da crisi di nervi e voglia di scazzottare, ma dopo qualche giorno trascorso in città come Shanghai, non ci si fa più caso e questi episodi possono rivelarsi anche simpatici. Magari non per un tedesco o un belga abituati alle loro rigide e perfette file davanti ai bancomat, nelle stazioni o nei negozi ma sono sicura che anche loro rimarrebbero assolutamente sorpresi a come la situazione si capovolge mentre i cinesi attendono la metropolitana.

Se acquistare i biglietti alla macchinetta dei biglietti è infatti una vera e propria corsa ad ostacoli, sui binari regna l’ordine più totale da fare invidia perfino ai tedeschi. Cinesi disposti con estrema precisione davanti ai cancelletti aspettano distinti l’arrivo del treno sotto lo sguardo sconcertato dei turisti stranieri che probabilmente si stanno chiedendo se sono gli stessi cinesi di qualche minuto prima.

Noi italiani siamo più coerenti: se non rispettiamo le regole, non le rispettiamo fino in fondo e un maleducato è un maleducato che se non rispetta le file per fare il biglietto non le rispetta e basta. I cinesi sono diversi. I cinesi sono incoerenti ma non sono maleducati. Mentre ti passano davanti ti sorridono come se non stessero facendo proprio nulla di male; non ti stanno sfidando perché per loro è normale così come è normale disporsi ordinatamente nell’immediato successivo, rispettando il proprio turno. Questa è contraddizione cinese, ed uno degli aspetti che più mi hanno colpito nei primi giorni in Cina. Colpito ma non stupito basta pensare che la Cina si considera comunista e capitalista. Un paese capital comunista come può pretendere che il suo popolo sia coerente?

scritto il 16 agosto 2010