lunedì 21 settembre 2015

Edoardo, la nostra più grande avventura

Il 21 settembre 2015 è una data che rimarrà impressa nel mio cuore probabilmente come la data più importante. Una di quelle date che riempiono un diario. Quante emozioni concentrate in dodici ore: dolore, fatica, brividi, battiti di cuore.

E poi arriva lui, questo esserino, tutto sporco e in miniatura. Un sospiro. Tanti brividi. Una sensazione unica quando senti la sua vocina esprimersi con il suo primo pianto. E poi il tuo di pianto, Di quelli che ti capitano poche volte, che nascono da dentro, liberatorio.

E poi lo abbracci, stringendolo a te. Studi quell'esserino che già senti di conoscere ma che in realtà tocchi, vedi e senti per la prima volta. Gli ha parlato tanto in quei nove mesi ma ora puoi guardarlo mentre lo accogli nel nuovo mondo. Senti un istinto nuovo dentro di te. Lo abbracci forte come a volerlo proteggere ma in realtà è la dimostrazione di quanto amore provi per lui.

E poi c'è lui al mio fianco. I miei non sono gli unici occhi sognanti, rapiti da quel corpicino esile. Ci sono quelli di un nuovo papà. Chissà se hai provato le mie stesse emozioni nel vederlo la prima volta. Non mi hai lasciata sola un attimo. sei sempre stato con me. Insieme abbiamo condiviso tutto: quanti sguardi ci siamo scambiati in quelle lunghe dodici ore di attesa.

e poi, e poi, e poi....inizia questa nuova immensa nostra grande avventura: Edoardo








mercoledì 8 aprile 2015

Fady e Aya. Una storia che mi rende felice.

Critico spesso il mio paese, la mia Italia, la mia Genova. La sua politica, la criminilità organizzata, le mancate riforme sociale, la trascurata salvaguardia delle meraviglie storiche che la rendono così ricca. 
Poi però leggo un articolo come quello pubblicato oggi su Repubblica, lo storia di Fady e Aya, due sposi siriani e rifletto sul fatto di essere una cittdina italiana, europea e mi sento fortunata. 
Fortunata e orgogliosa di essere italiana perchè per quanto critichi i miei compaesani so che ci accumuna un senso di umanità che poche culture hanno. 
Anche se sui social network sono in molti a criticare la "nostra" solidarietà verso le altre culture, quelle che sono vittime di guerre nel proprio paese, di povertà o semplicemente hanno ereditato una cultura rom ma so che si tratta di una minoranza. Lo dimostrano le percentuali. 
E' questa minoranza che dovrebbe soffermarsi a leggere la storia di Fady e Aya perchè, come la storia insegna, un giorno potrebbero essere gli italiani ad aver bisogno della solidarietà di un altro paese.

http://www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2015/04/08/news/siria_fady_e_aya_il_prezzo_dell_amore_tra_la_guerra_in_siria_e_la_fortezza_europa-111448398/

http://www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2015/04/08/news/siria_manconi-111456885/?ref=nrct-1

giovedì 15 gennaio 2015

Una giornata qualunque?

ore 8:00 
Succede che un giorno ti svegli, come tutti i giorni del resto. Ti senti strana però, diversa da tutti quei soliti giorni. Qualcosa è cambiato. Fai finta di niente e dopo esserti soffermata a fantasticare su quelle strane sensazioni, riprendi il tuo tram tram: doccia mattutina, rapida colazione, denti e via di corsa al lavoro, dove arrivi lo stesso in ritardo .  

ore 10:00 
Le prime ore volano tra documenti da smaltire e procedure tecniche da concludere. Poi però quella strana sensazione torna e rimbalza in testa occupando tutti i tuoi pensieri. Non c'è più spazio per pensare a quei documenti da smaltire e quelle noiose procedure tecniche da concludere. Tutto si concentra su quell'unico pensiero ma devi aspettare mezzogiorno per trovare una risposta. 

ore 12:30
La risposta arriva. Sei stordita, confusa, sognante. Felice, incredula, sconcertata. Corri entusiata dalla nonna e l'abbracci talmente forte da farle mancare il respiro. Provi a mangiare ma lo stomaco è chiuso come una porta blindata. Ed ecco che ritorna una nuova domanda a pulsare nella testa: "E ora?"
Confusione, dubbi, disordine. Occorre un piano, una programmazione su come affrontare il pomeriggio. 

ore 14:00
si torna al lavoro ma in realtà non sono seduta alla mia scrivania, davanti al mio pc, con almeno dieci mail da leggere, affrontare e smaltire. Mi trovo in un mondo parallelo, fatto di fantasia e pensieri immaginari, talvolta confusi. Necessito di una boccata d'aria. Meglio prendere un paio di ore di permesso per riordinare i pensieri.

ore 16:00
prima tappa: libreria. Devo capire cosa mi sta succedendo. Quale complesso e ingegnoso meccanismo da due settimane (almeno) si è avviato. L'ora seguente trascorre apprendendo e studiando. Intanto Richi sa che sono a casa per un atroce e improvviso mal di testa ma confermiamo comunque la cena al "primo piatto" organizzata il giorno prima.
Seconda tappa: negozio della Ducati. Devo trovare un modo originale per dirglielo. Penso alle sue passioni. Il Milan, la pesca e la Ducati. Vince sicuramente quest'ultima anche per affinità mia.
Esco dal negozio non soddisfatissima ma pur sempre sognante. La sensazione è quella di sentirsi felicemente sospesa per aria. La stessa che provo quando trovo un regalo pensato per una persona speciale immaginando l'espressione nel momento in cui lo aprirà. Non riesco a non sogghignare pensando a quando gli consegnerò questo di regalo. 
terza tappa: casa. Riposo leggendo ancora un pò del libro. l'ultima oretta prima della cena la dedico a organizzare e confezionare la sorpresa al meglio. 

ore 20:00
tutto è pronto. Sono agitatissima ma cerco di non darlo a vedere. Difficile perchè Richi mi conosce troppo bene. Prima prova superata. Quella dove insiste per farmi assaggiare un pò dei suoi muscoli alla marinara e poi le linguine allo scoglio. Si stupisce davanti ai miei ripetuti no. Io che adoro smangiucchiare i piatti scelti da lui. Per non parlare poi del mio bicchiere di vino bianco sempre pieno.  Per non destare troppi sospetti, approfitto della sua distrazione per diluirlo con l'acqua.
Arriviamo al dolce. Ci siamo quasi. L'agitazione ora è incontenibile. 
Tiro fuori il pacchetto rosso. Legge Ducati sopra e si emoziona....non sa ancora cosa troverà dentro.
Non riesco a descrivere molto bene le espressioni che si sono susseguite una dopo l'altra sul viso di Richi nel momento in cui, aperto il pacchetto rosso, ha tirato fuori una tutina taglia 18 mesi con su scritto "born a Ducati rider" (si lo so, diciottomesi! ma più piccola non c'era e l'idea mi piaceva troppo per rinunciarvi!). Io rido. Lui è incredulo e continua ad esserlo anche quando tirando fuori il test, legge la scritta chiara, sintetica e digitale "INCINTA!".

E' in quel momento che realizzi che la tua giornata, iniziata come tutti i giorni, finisce per non essere più una giornata qualunque ma come quella giornata speciale che ti ricorderai per sempre perchè da quel momento tu non sei più la stessa: ora siete in due.