martedì 25 maggio 2010

Censura alle "Forme del pensiero che ride". Parola a Daniele Luttazzi, esperto in materia.



“Non sopporto che qualcuno che non sa niente di satira, in questo paese abbia il potere di tapparti la bocca”.

Parole che affondano gli artigli nell’attualità quelle di Daniele Luttazzi che ieri sera ha partecipato al festival “le forme del pensiero che ride”. Tema caldo, anzi bollente quello scelto per la penultima serata: la censura e non è un caso che protagonista sia stato proprio lui, il comico esiliato dalla televisione italiana nell’era del berlusconismo.

Telecamere vietate nella sala del maggior consiglio: visti i precedenti di Luttazzi prevenire è meglio che curare. Anzi, a volte neppure quello perché “anche quando non c’erano, si sono trovati i presupposti per fare censura”, racconta l’autore di satoricom e il decameron. Colpire e affondare la satira non è un compito tanto arduo per un censurista, basta fare appello all’etica morale approfittando della volgarità che è parte integrante della satira. Come segnala Luttazzi il problema è che spesso il censurista non sa che le opere presentate al pubblico sono di autori del calibro di Aristofane che nel 2300 a.c. fondò la commedia avvalendosi proprio della satira. O come Molière. Proprio Paolo Rossi durante un suo spettacolo venne accusato di volgarità e oscenità ma il moralizzatore di turno, evidentemente alquanto poco colto, non sapeva che la parole erano quelle del drammaturgo francese.
Con questi esempi si è voluto dimostrare come chi alza dito per giudicare le oscenità messe in scena dalla satira non conosce affatto il genere ma sfrutta la volgarità per mettere a tacere i comici. Comici del calibro di Daniele Luttazzi che attraverso la satira tirano fuori argomenti che disturbano e infastidiscono i censuristi colpiti, laddove non arriva la legge, dalle frustate del genere teatrale.

Bersaglio preferito dei colpi di frusta satirici sono da sempre i politici, ai quali si sono aggiunti giornalisti, mafiosi e preti. E proprio all’altra grande casta italiana è dedicato il dialogo platonico scritto da Daniele Luttazzi e interpretato al termine della serata con l’attore Ottobrino. Correva l’anno 2003 quando il testo venne recitato in un puntata di Satiricom quando in Inghilterra si scatenò l’evento mediatico dei preti accusati di pedofilia. Anno 2010, il fenomeno della pedofilia segretamente custodita dal Clero dilaga in tutta l’Europa (e USA) scatenando un vero putiferio e il dialogo platonico tra Gorgia e Timeo ritorna attuale, come sette anni fa, segnando con le sue satiriche battute l’amarezza di questi fatti riportati a galla dalla verità.